SPERANZA, PATRIMONIO DELL’UMANITA’

La parola che sento ricorrere con maggior frequenza nei saluti di questi giorni è “speranza”. Declinata in tanti modi “speriamo, speròn, si spera che, finché c’è vita…” è un auspicio che nessuno si vergogna di manifestare per sé e per gli altri.

L’abbiamo usata chissà quante altre volte, più o meno convintamente. Ma, di questi tempi, acquista un valore nuovo: c’è un desiderio, autentico e vero, di non perderla. E tutti ne avvertiamo il bisogno, come di un bene essenziale. Non ci accontentiamo più di ripetere “andrà tutto bene”.

Oggi sentiamo che la speranza è veramente il primo, insostituibile antidoto a una delusione infinita. Abbiamo compreso che la nuova speranza ha una forza enorme: è speranza comune, condivisa. Non si spera soltanto per se stessi e per qualche persona cara, ma per tutti e per ciascuno. La speranza è diventata “patrimonio dell’umanità”.

Tutti abbiamo il compito di alimentarla. E in questo sforzo unitario abbiamo un alleato formidabile: il Signore Gesù. Con la sua morte e risurrezione ci assicura che ci sono tempi in cui la morte sembra prevalere.

E’ soprattutto in questi momenti che va tenuta ferma la speranza. Con la sua risurrezione si fa garante che poi la vita si prenderà la rivincita.

Buona Pasqua di speranza, allora.

Don Lorenzo